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Report Settimanale sui Mercati

In queste ultime settimane si è visto un trend relativamente forte sui mercati, una stabilizzazione. La ragione sta nel fatto che le paure di un rallentamento della crescita economica, e dunque dell’inflazione in calo, potrebbero favorire una minore aggressività delle Banche Centrali.
Queste ultime hanno attualmente la priorità di tenere bassa l’inflazione, ma sono anche molto attente a un eventuale rallentamento della crescita.
Pertanto, i mercati stanno risentendo positivamente di queste paure: siamo ancora in una situazione in cui un rallentamento dell’economia fa bene alle borse, cosa che in tempi normali – ovviamente – non succede.

Per quanto riguarda i rischi che potrebbero presentarsi, si pensa che il conflitto in Ucraina sia molto sottovalutato dai mercati: in questo momento si prezzano soltanto gli effetti principali della guerra in corso, come l’aumento dell’inflazione, ma potrebbero esserci dei cambiamenti repentini e in negativo, soprattutto nel caso in cui si assistesse ad un’escalation del conflitto. I prossimi due o tre mesi saranno pertanto determinanti per cercare di capire quale sarà l’andamento della guerra o il trend di medio e lungo periodo.

In riferimento alla crescita economica, si reputa che potrebbe esserci un rallentamento e forse anche una recessione, ma le valutazioni delle aziende in questo momento sono buone, soprattutto la forza dell’inflazione all’interno dei bilanci è talmente grande che si pensa sia comunque un’occasione selezionare alcuni titoli e investire, dal momento che i prezzi sono veramente interessanti. In caso di rallentamento dell’economia, l’effetto dell’inflazione è più grande di qualsiasi altro effetto recessivo in termini sia di ricavi che di utili e margini per le aziende.

Stiamo iniziando a vedere, dunque, sui bilanci delle aziende l’influsso positivo dell’inflazione. Quest’ultima tende, da un lato, a far aumentare i fatturati e gli utili delle aziende, un effetto che ha un potenziale positivo in termini di prezzi e valutazioni sui mercati poiché il prezzo delle azioni tende a salire e la market-cap di conseguenza. Dall’ altro lato, l’effetto dell’inflazione è negativo perché può danneggiare la crescita economica, ma si crede che in questa fase – anche in caso di recessione – la forza dell’inflazione sia talmente grande che si riesce a scavalcare molto bene una recessione di media o breve durata.

Si pensa infine che i prezzi attuali siano molto interessanti: alcune aziende scambiano su dei multipli veramente bassi e soprattutto è presente questa forza propulsiva che, con il passare del tempo, diventa sempre più forte. Questo crea un effetto compounding. Non bisogna, quindi, essere spaventati da un’eventuale recessione perché il boost che l’inflazione sta dando alle multinazionali, soprattutto nei settori più rapidi a scaricare nei consumatori l’aumento dei prezzi, è molto grande.
In settori come food and beverage, farmaceutico e consumer staple è percepibile un forte miglioramento nei bilanci e si pensa che i prezzi mediamente saliranno.